Sul Piccolo del 31 ottobre 2011 è stato inserito un lungo articolo che descrive il lavoro che abbiamo effettuato ai Laghetti delle Noghere. I copertoni erano lì da molti anni e ora che sono stati asportati speriamo che tutti rispettino questo bellissimo posto
Domenica 30 ottobre, insieme a molti istituti che si occupano di divulgazione scientifica, siamo stati presenti per dare il nostro appoggio al Centro didattico di Basovizza, un polo di educazione ambientale ora a rischio di chiusura.
L’interesse della popolazione per questo centro è stato subito evidente dal numero di persone accorse in una bella giornata di sole per visionare il nuovo percorso escursionistico e per rendersi conto ancora una volta del loro operato.
Come annunciato sabato siamo andati ai laghetti delle Noghere per raccogliere un po’ di rifiuti, approfittando del livello molto basso dell’acqua.
Appena arrivati siamo rimasti a bocca aperta: ci aspettavamo qualche copertone, ma non questo…
Ma per fortuna non siamo facili da abbattere, e nonostante fossimo davvero pochi ci siamo messi al lavoro per recuperare i copertoni sparsi ovunque e spesso infissi nel fango (una piccola ode all’inventore del TirFor). Per fortuna dopo poco ci ha raggiunto anche Max della Banca del tempo, che ci ha dato una mano indispensabile.
Conta finale: 30 copertoni d’automobile e 20 da trattore/tir, mezzo vespino e qualche sacco nero di cose miste. Un gommista da qualche parte ha la coscienza molto sporca.
Dopo una pausa ristoro (con tavolo e sedie di recupero!), abbiamo issato i copertoni con l’aiuto di Enrico Benussi (il gestore dell’area) in modo che vengano poi correttamente smaltiti.
Il risultato dopo il nostro passaggio
Comunicato stampa
Una passeggiata sulle ere geologiche, la sorpresa delle tracce e dei versi degli animali invisibili ai più, la scoperta del rapporto tra la natura, i fatti storici e l’arte, la parafrasi del significato del bosco, la vita e la natura raccontata a vecchi e bambini.
Tutto questo e molto altro è il Centro didattico naturalistico di Basovizza del Corpo forestale regionale, un gioiello nato dalla caparbia volontà di uno sparuto gruppo di forestali innamorati del proprio lavoro e divenuto, con grande investimento di finanziamenti pubblici, uno dei migliori centri di divulgazione naturalistica della regione.
Non ci sono audioguide, ma agenti in divisa e scarponi che sanno trasferire al pubblico l’amore per la natura e per la sua conoscenza, appreso dopo lunghi anni di servizio sul territorio.
Non libri, quindi, ma conoscenza pratica. Toccare, sentire, leggere e guardare. Addirittura odorare. Un itinerario didattico avvincente e di livello assoluto.
Sono pochi ormai a non averlo visitato: vanta decine di migliaia di visite, conferenze, lezioni e iniziative di divulgazione.
Tutto questo, per l’assessore Violino, è evidentemente un dipiù. Ha infatti deciso di disfarsene, di sacrificare il Centro per dare spazio ad altre strutture organizzative del Corpo forestale necessarie, a suo dire, a gestire il personale, a trattare in modo specialistico le materie tipiche dei forestali: la caccia, la tutela ambientale e quella agroalimentare.
La paventata chiusura del Centro didattico naturalistico (ristrutturato nel 2008 con circa 3 milioni di euro di fondi europei e con un vincolo di mandato di 5 anni) o il suo declassamento, insieme alla chiusura di numerose Stazioni forestali della Regione (Claut, Comeglians, Resia, Meduno, San Dorligo della Valle) e del Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale dimostrerebbe l’insensibilità della Regione in materia di tutela della natura. Si perderebbero l’offerta di educazione ambientale condotta con competenza e dedizione e la felice occasione di valorizzare le insostituibili specializzazioni del personale, già formate e consolidate sul campo. Inoltre si andrebbe a ridurre pericolosamente la vigilanza sui beni ambientali lasciando carta bianca a chi si arricchisce depauperando i beni naturali e alimenterebbe una controcultura di non conoscenza e non rispetto dell’ambiente.
Le scriventi Associazioni ritengono invece che la presenza della Forestale in tutte le zone della nostra Regione sia uno strumento insostituibile per la gestione e il controllo del patrimonio boschivo e naturale già oggetto di un calo di attenzione negli ultimi anni.
Le Associazioni ambientaliste, chiedono quindi, il mantenimento dell’apertura del Centro didattico naturalistico e di tutte le Stazioni forestali esistenti, l’utilizzo delle graduatorie degli idonei all’ultimo concorso per assumere giovani aspiranti Guardie forestali, la creazione del Corpo unico di vigilanza ambientale regionale utilizzando anche i Guardiacaccia attualmente in forza alle Provincie, ormai in via di abolizione e la ricostituzione degli Ispettorati Ripartimentale foreste, la cui soppressione ha determinato il crollo di operatività del Corpo forestale regionale degli ultimi tempi.
Trieste, 13 ottobre 2011.
WWF, Legambiente, LIPU, Italia Nostra, LAC, LAV del FVG.